Sunday, September 12, 2010

L'assalto alla fattoria - terza parte

Ed è ora che, come noi allora facemmo, a essa si approssimi il mio racconto, e possa la mia mano non tremare nell’accingermi a dire quanto poi accadde” (tratto da "Il nome della rosa" di Umberto Eco)

Antonio era immerso nei suoi pensieri quando un suono familiare lo fece trasalire “Bee bee”. Si sollevò dal letto poi rimase in attesa quasi trattenendo il respiro, girando la testa per intercettare meglio quel lamento. Si alzò nel buio aprì lo scuretto della finestra e scrutò all’esterno. “Antonio” bofonchiò Abele svegliandosi di soprassalto “Che fai?”.
Antonio: “Ho sentito belare gli agnelli, ci deve essere qualcuno sotto”
Abele: “Forse è entrato qualche animale nell’ovile”
Abele si mise seduto sul letto sentendosi ancora stordito dal sonno, osservò per un po’ il fratello muoversi nervosamente nella stanza, poi tastò con la mano il comodino in cerca del lume e l’accese, mentre Antonio si vestiva freneticamente.
“Resta qui” gli disse.
Abele non discusse gli ordini del fratello e si rimise sul letto con la schiena sollevata. Antonio uscì dalla stanza portando con sé il lume e lui lo vide scomparire nell’oscurità. Poi sentì una voce, era quella di sua madre Filomena che si era levata e compariva sull’uscio della sua camera con i capelli sciolti, dietro di lei la giovane Argentina. Abele raggiunse la sorella ed entrambi videro Antonio e sua madre confabulare, mentre passavano nell’altra stanza. Dalla camera attigua anche Giuseppe era uscito in calzoni di lana e dopo aver interrogato il fratello si era messo ad osservare attraverso la finestra cercando di distinguere qualcosa nell’oscurità. Antonio aveva preso dalla cassapanca il fucile era piegato su di esso e lo stava caricando. Poi si diresse risoluto verso l’uscio con il fucile a tracolla, sganciò la sbarra di ferro che puntellava il portone e l’aprì. Stava per uscire quando qualcosa gli si oppose davanti; era un uomo col volto coperto, gli occhi stralunati quasi aspettasse qualcun' altro; respirava in modo concitato, il bavaglio risucchiato ad ogni respiro; nella mano brandiva un oggetto che riluceva al bagliore della luna: era una pistola. Gliela stava puntando contro, l’afferrava saldamente con la mano villosa e gliela puntava contro. Farfugliò qualcosa, poi roteò gli occhi verso il fucile. Antonio s’abbassò d’istinto e l’uomo esplose un colpo. Poi un altro mentre egli lo schivava ancora; sentì la porta della sala aprirsi e qualcuno correre verso di lui. Era Bernardo suo fratello che si precipitava in suo aiuto; l’uomo sparò ancora, un colpo sordo, un colpo attutito dal corpo del ragazzo. Bernardo cadde a terra. Antonio afferrò la mano villosa di quell’essere mostruoso emerso dalla notte, lottò tenendogli la mano sollevata mentre l’uomo continuava a sparare. Nella sua mente aveva con incredibile lucidità contato i colpi esplosi. Un altro colpo era il quinto, era l’ultimo. Allora afferrò il fucile, che gli penzolava sul braccio, per le canne e colpì usandolo come una mazza, come un piccone, come quando lavorava sulla tracca. L’uomo barcollò mentre dappresso un complice armato accorreva. Con formidabile impeto Antonio serrò il portone e corse da Bernardo che rantolava sul pavimento in una chiazza di sangue.

2 comments:

  1. Questa è l'unica foto esistente di zio Bernardo. Egli divenne un eremita.
    This is the only photo taken of uncle Bernardo. He became a hermit.

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  2. La storia umana di Bernardo e' straziante. Secondo i racconti di nonna lui era il piu' forte, bello e vivace e avrebbe avuto un corso diverso forse anche dagli altri fratelli. Immagino che abbia ricevuto anche allontanamenti, nella zona veniva definito " lu matt de Crevi' " e nessuno si soffermava a pensare quanta tristezza suscitava quel ragazzo forte e bello ma terribilmente sfortunato. Quando si parlava di lui, nonna concludeva sempre con la frase " Quel povero fratello mio, povero fratello mio!!" e in queste parole c'era tutta l'angoscia di quello che poteva essere e non e' mai stato. Bernardo, che tu possa riposare in pace, quella pace che non ti e' stata data in vita. Franca

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