Sunday, September 5, 2010

L'assalto alla fattoria - seconda parte


Fer. stava rincasando, procedeva a piedi lungo la strada buia, abitava in una casetta in mattoni poco distante da lì. Notò degli uomini all’imbocco della salita che portava ai D’Angelo, ne distingueva solo le sagome; gli uomini si accorsero di lui e si ritrassero, sparpagliandosi un poco, poi rimasero in attesa. Fer. si ricordò che c’erano delle “fantelle”, ragazze in età da marito dai Crevì e pensò che forse c’era in corso una festa. Osservò ma non scorgeva nessuna luce, tutto era spento in quella casa. Diede una fugace occhiata a quelle ombre poi un brivido di paura gli corse lungo la schiena e proseguì senza indugiare, verso casa.

“Tu resta qui, devi fare da palo” disse Mur. a suo figlio quindicenne “Papà, che faccio se torna quell’uomo?” Mur: “Nasconditi dietro a questi cespugli, da qui puoi controllare se qualcuno imbocca la strada. Se dovesse tornare con le guardie, corri ad avvisarci”. Il ragazzo si accovacciò dietro ai cespugli, tremante non sapeva se per il freddo o per la scellerata impresa in cui suo padre l’ aveva coinvolto “Ci ciué Ci ciué”  “La civetta, proprio stasera quell’uccellaccio deve spargere per l’aria la sua sventura”.

Antonio stava disteso sul letto con gli occhi spalancati, non riusciva a prendere sonno; aveva sentito in lontananza il verso della civetta ma lui aveva superato certe superstizioni contadine. Era solo uno dei suoni che la notte portava con sé. Eppure aveva addosso un' indefinita angoscia che gli opprimeva il petto celandogli il respiro; forse era il peso delle responsabilità cui si era sobbarcato tornando in Italia, sua madre riponeva tante aspettative in lui. A tratti il pensiero volava oltreoceano, galoppava sui flutti e tornava a suo fratello “ Umberto si sposa, devo farmi anch’io una famiglia” pensò.

“Circondiamo la casa, dobbiamo impedire che qualcuno scappi e dia l’allarme. Io mi apposto al portone” bisbigliò il marito della maestra. Il piano prevedeva di introdursi in casa dalla finestra della sala che era ampia e si poteva facilmente forzare. Bastava rompere il vetro e sganciare lo scuretto chiuso. Nel versante est, sotto la finestra della sala, c’erano le baracche degli animali, polli, conigli, agnelli.  L' intento dei ladri era quello di salire su quelle baracche per raggiungere la finestra; se ci fosse stato bisogno di usare una scala a pioli Macc., il lavorante del frantoio, sapeva dove trovarla. 
Il marito della maestra salì silenziosamente la scalinata, aveva calzato un cappuccio che gli nascondeva il volto lasciandogli scoperti solo gli occhi per agire al chiarore della notte. Con sé aveva una pistola, un’arma che lo faceva sentire forte, potente. Salito sulla loggia aspettava i suoi complici. Aveva esaminato il portone nelle molte occasioni in cui era stato ospite dai Crevì ma gli era parso troppo robusto da poter forzare. Era in preda all’eccitazione, il cappuccio lo faceva sudare, che furbo era stato a congegnare un piano siffatto, quei bifolchi non avrebbero mai sospettato di lui, del loro "rispettabile" ospite. La bella vita lo attendeva, era ansioso di finire tutto in fretta, l’eccitazione era tale che il respiro si stava facendo affannoso e concitato, doveva calmarsi altrimenti l’avrebbero sentito.

1 comment:

  1. Se il piano era quello di salire dalla finestra della sala, allora il marito della maestra deve aver fatto molto rumore sul loggiato, in modo da attirare l'attenzione degli abitanti della casa dalla parte sbagliata
    If the plan was to climb through the window of the dining room, then the teacher's husband must have done a lot of noise on the porch, to attract the attention of the inhabitants of the house on the wrong side

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