Tuesday, August 24, 2010

Il gruzzolo di Antonio


Non siamo in grado di fare una stima di quanto Antonio riuscì a mettere da parte durante la sua permanenza negli Stati Uniti ma i suoi figli riferiscono che, con quel gruzzoletto, lui avrebbe potuto acquistare un'intera masseria. Eppure per tirar fuori una cifra abbastanza vicina alla realtà ci basterebbe conoscere due soli numeri: lo stipendio che riceveva dalla Penna e la pigione (vitto e alloggio) pagata ai Muriello. Quest'ultimo dato potrebbe trovarsi nei registri del censimento, ma purtroppo a differenza del censimento del 1930 in cui vengono rilevati i dati relativi alla casa, nel 1920 questo dato non veniva raccolto. Tuttavia può esserci d'aiuto il fatto che nel periodo considerato a Baltimora furono costruite 14.000 case di tipo economico chiamate “rowhouse” (case in fila). Nel 1914 una rowhouse a due piani costava 1.200 dollari. Il basso costo di queste case era dovuto anche al fatto che i terreni su cui erano costruite non venivano comprati, ma per l'uso edificatorio di essi si pagava un affitto che andava da 42 a 60 dollari l'anno. Le rowhouse consentirono alla gente di diventare proprietaria senza sostenere spese eccessive e furono in molti ad aderire alla proposta poiché nel 1929 il 63% degli occupanti questo tipo di case ne era anche proprietario.

(Baltimore Rowhouses 1914 foto tratta dal sito www.kilduffs.com)


Nel 1914 una rowhouse del valore di 1.200 dollari poteva essere comprata con una spesa di 5/7 dollari alla settimana (dai 20 ai 30 dollari al mese), spesa che comprendeva la rata per l'acquisto della casa, l'affitto del terreno, le tasse,il canone per l'acqua e l'assicurazione. Dopo 8 o 10 anni se i pagamenti erano stati effettuati con puntualità si diventava proprietari. Questi prezzi certamente dovettero influenzare il mercato degli affitti per cui è ragionevole pensare che Antonio e Umberto non spendessero più di 30 dollari al mese per l'alloggio. Riguardo al salario da essi percepito, non abbiamo indicazione sulla mansione svolta, ma poiché il lavoro richiesto agli emigranti, oggi come allora, è lavoro “non qualificato”, è probabile che stessero alla “tracca”, cioè ai binari della ferrovia, per l'appunto come trackmen. Agli inizi del secolo e prima della guerra un trackman prendeva all'incirca un dollaro al giorno, valore rimasto pressochè invariato dal 1870. Prima della guerra il tasso di cambio dollaro /lire era pari a circa 5 o 6 lire per ciascun dollaro. Un operaio italiano in quel periodo percepiva uno stipendio medio di 2,5 lire al giorno, dunque negli Stati Uniti alla tracca si guadagnava più del doppio, ma durante la guerra i salari aumentarono. Nel 1921 la U.S. Railroad Labor Board ridusse a 30 centesimi l'ora la paga dei trackmen riassorbendo l'aumento di 8 centesimi e mezzo che c'era stato nel maggio del 1920. Dunque da ciò desumiamo che la paga più alta percepita in quel periodo fu di 38 centesimi e mezzo l'ora, pari a 3,08 dollari al giorno che convertito in lire nel 1920 (valore medio anno 21,11 lire per dollaro) equivalevano a 65 lire al giorno contro le 18 lire mediamente percepite dall'operaio italiano in quello stesso periodo, dunque le distanze salariali aumentarono. Alcuni studi sui salari del settore ferroviario pubblicati nel 1922 in occasione del grande sciopero estivo dei dipendenti delle Ferrovie, denunciavano un incremento medio dei salari del settore superiore a quello dell'inflazione nel periodo 1914 – 1921. Infatti nel periodo considerato i prezzi al consumo negli Stati Uniti raddoppiarono mentre in Italia a causa della guerra furono più che quadruplicati senza che i salari subissero incrementi in linea con l'inflazione stessa.
In sintesi possiamo affermare che nel suo periodo di permanenza Antonio percepì un salario pari in principio al doppio e poi a più del triplo di quello che avrebbe potuto guadagnare in Italia. Gli incrementi salariali superiori al tasso d'inflazione, grazie al fatto che il settore ferroviario pagava più degli altri, consentirono nel tempo di aumentare la capacità di risparmio. Inoltre il suo stipendio, essendo pagato in una moneta più forte quale appunto il dollaro, non fu nemmeno polverizzato dall'inflazione italiana nel momento in cui il gruzzolo risparmiato fu convertito in lire.

(Grafico tratto dal sito dell'Ufficio Cambi Italiano)

2 comments:

  1. Nel censimento del 1920 in fondo ai righi che riguardano Antonio e Umberto, c'è un numero, 6,40 ripetuto per ciascun pensionante. Che sia quello il valore della pigione? Forse vivevano tutti e tre nella stessa stanza che costava una ventina di dollari.

    In the census of 1920 at the bottom of the row of Antonio and Umberto, there is a number, 6.40 repeated for each boarder. Was it the value of the rent? Maybe they lived all in the same room that had the rent of 20 dollars.

    ReplyDelete
  2. We do not think that is what the number represents as we look at the numbers beside the other names. Seems it would be a number like 6.50 or 6.00.

    ReplyDelete