VERBALE DI DICHIARAZIONE DI PARTE LESA
L'anno 1922 il giorno 27 del mese di aprile Dinanzi a Noi Avv. Antonio Vigorita (Giudice istruttore) assistiti dal sottoscritto Cancelliere è comparso D'Angelo Antonio fu Sabatino di anni 33 proprietario di Tortoreto
D.R. La sera del 28 marzo c.a. Verso le ore 22:30 io e i miei fratelli Giuseppe Bernardo e Abele eravamo già andati a letto dormendo nella stessa camera mentre in un'altra camera della nostra abitazione dormivano mia madre e le mie sorelle. Io sentii un movimento di animali nella sottostante stalla dove erano 2 buoi, 2 pecore e un agnello. Spiego meglio che sotto la nostra abitazione vi sono due stalle con ingresso separato e che io sentii il movimento di animali nella stalla sottostante alla camera dove dormivo. Insieme al movimento di animali sentii un rumore come di persona che si accostasse alla stalla. Poiché poche sere prima e precisamente nella sera del 24 marzo ci erano state rubate 14 galline e 2 oche in un pollaio sottostante pure alla nostra abitazione, io ebbi il sospetto che si tentasse altro furto in nostro danno. Svegliai i miei fratelli ed alzatomi in fretta presi un fucile che era appeso nella mia camera da letto e recandomi nella parte della casa dove trovasi la porta aprii una finestra ed esplosi un colpo di fucile. Indi sempre tenendo in mano l'arma aprii uno dei due battenti della porta. Ma proprio dietro di questa vi era un uomo il quale mi apparve davanti appena io aprii la porta. Egli fece un movimento col braccio come di chi voglia impugnare un'arma e voglia puntarla contro alcuno. Io non distinsi per l'oscurità che quell'individuo avesse in mano qualche arma, ma dal movimento del braccio intuii subito che quello fosse armato e mi curvai per non essere preso di petto cercando di farmi dietro di quell'individuo di atterrarlo e di disarmarlo. In questo momento quegli esplose un primo colpo di rivoltella che se io non fossi stato accorto a curvarmi mi avrebbe raggiunto o sulla testa o sul petto. Fui svelto ad afferrare quell'individuo di dietro e cercai di disarmarlo prendendolo per le braccia, ma non feci a tempo ad impedire che egli esplodesse altri 5 colpi di rivoltella l'uno dopo l'altro, dirigendoli contro i miei fratelli che erano accorsi in mio aiuto. Riuscii dopo a gettare a terra quell'individuo e fu in questo momento che costui col calcio della rivoltella, mi dette un colpo sul naso. Quell'individuo riuscì a divincolarsi da me e se ne fuggì. Dopo la lotta sostenuta vidi che mio fratello Bernardo era per terra ferito. Tre colpi di rivoltella lo avevano raggiunto, dei quali due nella parte anteriore del corpo, mentre egli si avvicinava alla porta, e l'altro dalla parte di dietro mentre egli vedendosi fatto segno ai colpi, si era voltato indietro per liberarsi. D.R. Io non riconobbi affatto quell'individuo a causa dell'oscurità ed anche perchè il pericolo e la lotta mi avevano ottenebrata la vista. Non distinsi neanche se quell'individuo portasse una maschera sul viso. Mio fratello Bernardo mi disse poi che aveva visto sulla faccia di quell'individuo una maschera di stoffa rossa . D.R oltre quell'individuo io non vidi altri,ne intesi grida che richiamassero l' individuo che mi aveva assalito. Ma in quel momento in casa mia vi fu una grande confusione e le mie sorelle e mia madre si misero a gridare e a piangere. D.R Il primo a giungere in casa mia fu Ferrante Amadio,accorso in aiuto ed armato di fucile, dopo 5 minuti giunsero Alfonso Ferrante e i fratelli Nicola Cesare ed Emidio Guercioni armati di falci e di forche ed anch'essi accorsi in aiuto. Dopo una decina di minuti da che erano arrivati questi ultimi, giunse Pio Ginaldi armato di fucile. Quando fuggì quell'individuo che mi aveva assalito io gridai aiuto a Ginaldi Pio, il quale ha la sua casa su di un poggio di fronte alla casa nostra, dicendogli << Corri Piuccio, aiuto ci sono i ladri>> Il Ginaldi mi rispose <
Presto avremo anche la deposizione di Bernardo
ReplyDelete