Bernardo è oggi un vecchio eremita
novantenne ma la sua storia è cominciata intorno agli anni venti in
un casolare di campagna di Tortoreto in Abruzzo. I suoi fratelli sono
da poco tornati dall’America del Nord, dove erano emigrati per
lavoro, hanno riportato un bel gruzzolo di quattrini che fanno gola
però ad un gruppo di scansafatiche della zona. Nottetempo il gruppo
si introduce nel casolare, ma viene subito scoperto, uno dei fratelli
grida, i banditi fuggono. Bernardo ne riesce ad afferrare uno. Tra i
due si ha una colluttazione, il bandito però riesce ad afferrare una
rivoltella e spara. Bernardo è colpito alla schiena e cade, le cure
tempestive lo salvano da complicazioni fisiche ma sul piano
psicologico non c’è più nulla da fare. Bernardo cade in una
profonda crisi di sfiducia verso le persone, si chiude in se stesso,
non dialoga più, rifiuta tutto ciò che gli viene offerto: cibo,
vestiti, denaro. Si tiene per sé una stanzetta lunga 3 metri e larga
mezzo un metro e mezzo con un focolare, un tavolo, una sedia e un
letto. Eredita anche un pezzo di terra che a mala pena riesce a
coltivare, mangia solo frutti, erbe e pane cotto sul fuoco del
camino. Bernardo non conosce l’italiano, non conosce i quattrini,
non sa scrivere e in tutti questi anni non ha conosciuto un medico.
Si alza con il sole ed al tramonto si addormenta, come vede
avvicinarsi una persona ha paura, o fugge o si chiude dentro la sua
stanza……
Wednesday, March 18, 2015
In memoria di Bernardo
Ancora un articolo dell'amico Michele Ferrante tratto dal suo libro “I rapporti Spezzati”
Edizioni Qualevita 1994
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